Eccoci, espatriati!

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sabato 6 settembre 2014

E se gli extra-comunitari fossimo noi? [blogstorming] #siamomoltidipiu

In questi giorni mi sta capitando spesso di pensare agli stranieri che arrivano nel nostro paese.

Parlo della famiglia egiziana in coda all'ufficio passaporti, del marocchino incrociato all'ufficio dell'anagrafe, della ragazza rumena che fa le pulizie nella scala di casa,della mamma marocchina del compagno di classe di tuo figlio o del marocchino che lavora al banco del mercato.

In questo momento gli stranieri siamo noi.
Non conosco la lingua, la città, non sappiamo come sbrigare delle incombenze pratiche (sistema sanitario, pediatra per i Nani, iscrizione all'asilo), non abbiamo amicizie solide a cui rivolgerci e abbiamo tanti dubbi  su come si potrà sentire il Nano in tutto questo, con la paura che non si senta accettato.

Eppure, i nostri problemi sono la milionesima parte confronto alle difficoltà delle persone di cui parlavo.


Possiamo permetterci un appartamento in un quartiere tranquillo.
Non conosco la lingua ma, improvvisando un pò di francese maccheronico, le persone che ho incontrato fino ad ora si sono sforzate di capirmi e, sorridendo, mi sono venute incontro.
Non conosciamo la città e come sbrigare delle pratiche, ma il nostro problema è solo capire dove andare. Una volta capito, ci troveremo le porte aperte e nessuna difficoltà.
Non abbiamo amicizie solide, vero. Eppure, non appena ho avuto bisogno ho trovato persone pronte ad aiutarmi pur non conoscendomi.
Siamo in pensiero per i nostri figli, speriamo che il Nano si integri bene a scuola e impari a relazionarsi con gli altri. Quale genitore non ha questo pensiero? Spesso sono proprio i figli il motivo che spinge queste persone a scappare dal loro paese. La speranza di farli vivere meglio.

La nostra fortuna è di essere degli italiani in Francia, nessun pregiudizio su di noi.

Come sarebbe, invece, affrontare i medesimi problemi (e molti altri più grandi ancora) se il pregiudizio arrivasse prima della nostra persona? Unito, aggiungerei, ai problemi pratici legati ad essere degli extra-comunitari?
Ci sentiremmo soli. Sfortunati. Impotenti verso i nostri figli. Credo proveremmo rabbia e frustrazione.

Nel mio piccolo mi riprometto, più di quanto abbia fatto fino ad ora, un sorriso, un'offerta di aiuto, una cortesia in più verso coloro che non si trovano a casa loro.

Questo post partecipa al blogstorming di Genitori Crescono sul tema Razzismi









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